Storia

La sede originale della Gioielleria Coltelli in Via Spaderie n.8 a Bologna, strada che oggi non esiste più

1290

Premesso che un tale Bombologno de’ Coltelli fu ministrale dell’Arte degli orefici a Bologna nel lontano 1290 (Bulgari, Argentieri Orafi e Gemmari Italiani), non è tuttavia a lui che si può far risalire l’origine della Ditta Coltelli.

1834

Il capostipite certo fu infatti LUIGI COLTELLI, di Gaetano, (1805 – 1880) che il 3 Maggio 1834 fondò con altri la “Società di Mutuo Soccorso Orefici ed Arti Affini” che appunto in quell’anno si costituì, erede delle antiche Corporazioni Arti e Mestieri abolite dal governo napoleonico.

1834

Sede della Ditta “all’insegna della Castellata” era in Via Spaderie 6, con bottega al piano terra e abitazione ai piani superiori. Luigi fu a lungo Presidente della succitata Società.

1848

Nel 1848 partecipò alla sollevazione popolare contro gli austriaci e fu protagonista dell’episodio che impedì al Prolegato Conte Cesare Bianchetti di consegnarsi agli austriaci a Porta San Mamolo, dove si combattè per evitare che quelli potessero raggiungere San Michele in Bosco, dalla cui cima avrebbero potuto agevolmente bombardare la città.

1859

Nel 1859 fu eletto nel primo consiglio comunale post unitario (Bottrigari, Cronaca di Bologna, 1859). Presto gli si affiancò nella gestione del negozio il figlio ULISSE (1827 – 1892), anch’egli patriota appassionato che aveva partecipato alle Guerre d’Indipendenza e che fu più volte chiamato a prestare servizio di Guardia al Pantheon.

1868

Nel 1868, con un documento curioso inviato da Firenze, allora capitale del regno sabaudo, ricevettero il Brevetto di “Fornitori della Real Casa” e successivamente, nel 1893 anche quello di “Fornitori della Casa dell’Infante di Spagna S.A.R. Don Antonio d’Orlèans”.

1879

Nel 1879 Luigi si ritira dalla carica di Presidente della S.M.S.O. e l’anno successivo muore. Ne prende il posto il figlio Ulisse, ma già si affacciano i successori, i nipoti Dante e Michelangelo, che gli subentreranno quando, nel 1892, anche Ulisse viene a mancare.

1892

Dante si defila dall’attività, preferendo occuparsi di assicurazioni e della Fonte di Barbianello, una sua proprietà fuori porta Castiglione.

1892

Tocca a MICHELANGELO (1857 – 1938) proseguire l’attività orafa. Nel 1902, dal matrimonio di Michelangelo con Ugolina Golinelli Bassi, nipote del martire Ugo, nasce Galileo, futuro successore nell’attività, che nel frattempo si era assicurata l’esclusiva per tutta l’Emilia e le Romagne della prestigiosa Casa Christofle di Parigi.

1900

Nei primi anni del ‘900 Bologna è pervasa da una frenesia di modernità. Ne fanno le spese le mura di Bologna, le torri di Piazza della Mercanzia, e anche la bottega Coltelli, espropriata e abbattuta per fare posto all’allargamento del Mercato di Mezzo, l’attuale Via Rizzoli.


1902

In tutta Europa imperversa lo stile Liberty, presente anche a Bologna con il movimento Aemilia Ars, fondato da Alfonso Rubbiani unitamente al Conte Cavazza.

Michelangelo inizia la sua collaborazione con Rubbiani, unendosi con successo alle sue iniziative fino alla partecipazione all’Esposizione Internazionale di Torino del 1902, dove consegue il Diploma d’Onore per la sua innovativa produzione. Del ciondolo Leatitia Noctis che andò in mostra a Torino ancora conserviamo i disegni originali e la prima versione che ne fu realizzata.

1914

L’attività si sposta provvisoriamente in un edificio a fianco di Palazzo Re Enzo, presto anch’esso abbattuto e infine nel 1914 la scelta cade sulla Via Indipendenza, l’arteria sorta per collegare Piazza Vittorio Emanuele (Piazza Maggiore) con la stazione ferroviaria.

Qui resta, per un centinaio di anni, a fianco del Grand Hotel Baglioni, il più lussuoso della città.

1917

Il nuovo che avanza colpisce anche la famiglia Coltelli, nel 1917 difatti Dante si convince a impegnarsi anche nell’ottava arte: nel 1917 fonda infatti, con Severino Pozzati (Sepo), la Felsina Film, prima e forse unica casa di produzione cinematografica bolognese. Ma l’attività non decolla, e dopo sole quattro pellicole prodotte chiude i battenti.

1930

Arrivano gli anni del fascismo: Michelangelo si defila, rifiutando la tessera.

Anche l’attività soffre della crisi che colpisce tutto il mondo. Nel 1938 muore e gli succede il figlio GALILEO (1902 – 1997), già attivo in ditta fin dal 1920. Ma la guerra è alle porte. La notte del 17 Ottobre 1944 i partigiani, ritenendo presso l’Hotel Baglioni si stia svolgendo una riunione di gerarchi, fanno esplodere una cassa di tritolo davanti all’ingresso. L’albergo ne esce quasi indenne, non così il negozio Coltelli, raso completamente al suolo.

1946

Galileo si rimbocca le maniche e subito, a guerra conclusa, ricostruisce pronto a riaprire già nel 1946. Nel frattempo, dall’unione con Jolanda, sono nati Elena e Gian Luigi, quest’ultimo prossimo titolare dell’attività. Il seguito è storia recente. Per altri cinquant’anni l’attività prosegue, confortata da buon successo di clientela, sempre in via Indipendenza, non senza qualche disavventura.

1980

La notte del 4 Luglio 1980 infatti il negozio riceve la visita della banda del buco, che penetra nei locali entrando dal sottosuolo dell’Hotel, in corso di ristrutturazione.

Viene sventrata la cassaforte con l’uso di una lancia termica. Perdite e danni ingenti. Sarà necessaria un’altra ricostruzione, e non sarà l’ultima.

1997

Galileo muore nel 1997 e gli succede GIAN LUIGI (n. 1941), attìvo in ditta fin dal 1970, dopo il servizio militare prestato come ufficiale di artiglieria da montagna. All’attività di gioielliere affianca la passione per l’attivismo e con alcuni amici negli anni ‘70 fonda uno dei club Rotary tutt’ora attivi in città, di cui oltre che fondatore negli anni è anche stato presidente.

È grazie a Gian Luigi che nel 2014 il ciondolo Laetitia Noctis viene esposto insieme ai suoi disegni originali nell’ambito della mostra Liberty, uno stile per l’Italia.

2009

Ed è sempre Gian Luigi che nel 2009, deluso dal declino di Via Indipendenza, trasferisce l’attività in via d’Azeglio 68, creando dal nulla un negozio nuovo, più in linea con i tempi, ma conservando quello stile classico che ci ha sempre distinto nel corso di quasi due secoli di attività. In Via d’Azeglio l’avventura prosegue con MICHELANGELO (II- n.1972) la sesta generazione in linea diretta, che già affiancava il padre dalla fine degli anni 90.

2012

All’attività di gioielliere Michelangelo ne affianca una diversa, difatti nel 2012 apre il blog butac.it dove da allora si occupa con passione di fact checking ovvero demistificazione di notizie false.

Nel corso degli ultimi dieci anni grazie a quanto ha portato avanti con BUTAC ha scritto tre libri, è regolarmente ospite radiofonico per varie emittenti nazionali e tiene corsi e conferenze in giro per lo stivale.





La Castellata bolognese era l’insegna che identificava la Ditta Luigi Coltelli & figlio nella sede dell’antica Via Spaderie. Fortunosamente ritrovata è oggi conservata nella sede attuale di Via d’Azeglio 68/a a Bologna.

Fino a tutto l’800, e ancora ai primi del ‘900, le strade di Bologna erano costellate di insegne, le più varie, che distinguevano le diverse attività esercitate. Poste all’esterno delle botteghe, esse avevano, oltre alla funzione di richiamo “pubblicitario”, anche quella più pratica di riconoscimento del “luogo”, una geolocalizzazione ante tempore: questo in tempi in cui ad un diffuso analfabetismo si associava il raggruppamento in zone molto circoscritte di attività tra loro omogenee, come si può evincere dai tiponimi più antichi: Battiferro, Carbonara, Drappoerie, Moline, Oleari, Tagliapietre, Cartolerie e tanti altri oggi scomparsi.

Inamovibili, proprio in quanto identificative del luogo in cui erano legate, le insegne erano destinate a restravi anche in caso di cessione o trsferimento dell’attività. Si trattava per lo più di pitture sui materiali più disparati, o di sculture, per lo più abbastanza ingenue, che venivano esposte all’esterno degli esercizi, non alieni dal farne uso oltre a commercianti, osti e albergatori anche addetti alle arti liberali e quindi, medici, notai, archiettti, cambiavalute, pittori e farmacisti.

Ben poche insegne sono nsopravissute all’ingiuria del tempo: tra queste la “B.V. di S.Luca” (Farmacia Zarri, Via UGo Bassi, tutt’ora in attività), “alò Colombo” e “alla Campana” (in via Orefici), “al Palombo” (Oggi Levis Store di Via Clavature 14/B), “alla Pigna” (la Farmacia San Paolo di Via Collegio di Spagna). Altre sono conservate nelle collezioni d’arte della Cassa dio Risparmio: si tratta diu 23 pezzi in tutto, il cui nucleo principale è costituito da un gruppo di 13 insegne di oreficerie già collocate nei dintorni di via Orefici e della scomaprsa via Spaderie.